La notizia è arrivata oggi poco prima delle 17 dal “Corriere dell’Umbria” a firma della collega Flavia Pagliochini. Molti l’hanno ripresa, tra cui assisi oggi, che fornisce interessanti particolari. Ares, lo staffy rapito da Perugia sabato scorso è stato trovato morto ad Assisi. Nel blog ne ho parlato, condividendo l’appello come richiesto dal mio amico Nicola Cibelli, patron della pagina”Pitbull is nota Crime”. Abbiamo discusso molto sui fatti, non capacitandoci che potesse essere accaduta una cosa simile, ma consapevoli che attorno al mondo molosso vi sono, ahimé, cose non sempre chiare e pulite. Non è una novità. Il crimine tocca tutti gli ambiti. Ho accettato volentieri di unirmi ai tanti che chiedevano notizia del piccolo. In primo luogo perché so quanto ogni peloso è importante per la famiglia. E in secondo perché “mammabulla” che da poco ha perso un cane e ne ha adottato un altro. Nicola mi ha spiegato di aver sentito Francesco, il babbo umano di Ares, e di stare facendo il possibile per riportare a casa il suo migliore amico. Purtroppo mentre parlavamo Ares moriva. Moriva a poca distanza dall’Eremo delle Carceri, sul monte Subasio, dove San Francesco, santo amico degli animali, meditava e pregava coi suoi fratelli. Leggo che Ares è morto di stenti, impiccato dal collare da cui cercava di liberarsi. Forse anche di fame, sete e caldo. Come un martire. Non è escluso che sia stato impiegato in un combattimento o per la riproduzione. I proprietari hanno denunciato i fatti alla Questura di Perugia, che si sta occupando del caso. A trovare il piccolo è stata la polizia locale del paese, che, consultato il cheap ha informato Francesco e famiglia. Ora, la legge farà il suo corso. Chissà se si risalirà agli assassini. Perché chi fa cose di questo genere è un assassino come chi ammazza una persona. Intanto, come spiega assisi oggi l’associazione animalista AIDAA ha deciso di mettere una taglia di 5.000 euro sulla testa dei responsabili del rapimento e della morte del cane. “Non sono in grado di dire quali siano le motivazioni di quanto accaduto- ci dice Lorenzo Croce presidente di AIDAA- ma appare evidente che un cane non si ruba in pieno centro città e poi lo si lascia legato a 35 chilometri di distanza lasciandolo morire soffocato se non vi sono delle motivazioni particolari che comunque non spetta a noi individuare. Posso dire che come AIDAA come in altri casi a noi interessa quanto successo al cane e che qualunque siano le motivazioni crediamo si debba arrivare all’individuazione ed alla cattura dei responsabili di questo orrore. Per questo mettiamo una taglia sulla testa di questi ladri ed assassini. Ciò non toglie che mi ponga delle domande su tutta la vicenda- conclude Croce- se dietro questa storia non ci sono motivi di sfregio religioso, il cane potrebbe essere stato rapito o per addestrarlo ai combattimenti o forse anche per la riproduzione”. La cronaca per ora finisce qui. Ci resta da chiederci come mai l’animo umano arrivi a tali aberrazioni. Piccolo Ares, ora sei sul ponte dell’arcobaleno. Immagino il mio Alessandro lì che ti accoglie con i tanti bulli morti giovani e ingiustamente. Insieme state già correndo e volgendo il vostro sguardo a noi padroni. Ci manchiamo reciprocamente. Voglio pensare che lui, Francesco, il santo degli animali, fosse lì con te, a stringerti la zampa e a sussurrarti una preghiera. Perché anche i molossi ne hanno diritto.
ARES NON TORNERA’: E’ STATO BARBARAMENTE UCCISO.
24 martedì Giu 2014
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