BUON COMPLEANNO ROCCO BELENO: DALL’UNGHERIA AL LAGO D’ISEO

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Il nostro incontro. Primo giorno insieme. Eri un topolino di dieci chili…

rocco 1Un anno fa. Da qualche parte in Ungheria. Io mi immagino in Pannonia, terra degli Unni e di Attila. In questo giorno, non so in quale momento esatto una bellissima esemplare di American Staffordshire Terrier ha messo al mondo tanti cuccioli, uno più tenero dell’altro. Il re dei teppisti, ma anche il più carino eri tu…  una palladi pelo scura con una stella bianca sul petto e i calzini bianchi. Non sapevamo che molto più tardi, a ottobre, ci saremmo incontrati. Il tuo principale interesse, in quel momento, era raggiungere la mammella di mamma e giocare con i fratellini. Nella mia immaginazione vedo una umana bionda con gli occhi chiari occuparsi della truppa. Un giorno.. qualche settimana dopo chetu e gli altri cagnolini siete nati… come molto spesso accade… la mamma bulla, con immenso dolore, si è vista portar via te e gli altri piccoli. Di lì è cominciato il tuo lungo viaggio verso di me. Un viaggio che riesco a sentire sulla pelle. Terribile. Il buio, il caldo, gli scossoni. Latrati e guaiti. Non tutti ce l’hanno fatta. Io li chiamo i camion lager. Tu però… mio dolce batuffolo ce l’hai fatta. Mi hanno detto che arrivano sani e salvi solo i più forti e intrepidi. Come molto spesso accade ai cani della tua razza sei finito tra le mani di un cattivo, in una regione d’Italia che non nominerò. Era un cattivo vero, parte

rocco 3di una famiglia che con gli animali e le persone è davvero cattiva… Non so cosa ti avrebbero fatto Rocco Beleno. Non so cosa saresti diventato. Un cane da combattimento? Un cane da rapina? Ti avrebbero semplicemente dimenticato? La cagnolina che ti ha preceduto non se l’è passata bene. Ma grazie agli angeli che ti hanno affidato a me anche lei sta bene… In quei giorni, quando sei arrivato in Italia, io morivo insieme al mio Alessandro Italo. Te ne parlo sempre vero? Era il mio angelo bianco. Un pitbull. Tanto simile ma anche tanto diverso da te. Quando Ale è salito sull’arcobaleno è cominciato il tam tam delle volontarie. Amiche e sorelle, che ringrazio e bacio una ad una. Ho sfiorato l’adozione di un altro cane. Ma non ce l’ho fatta. Poi una sera mi hanno detto di te. Due giorni dopo, erano i primi di novembre sono venuta a prenderti. Ti ho trovato in stallo da una volontaria, Claudia. Stavi giocando col suo lupo cecoslovacco. Eravamo in cinque duepiedi. Tu, quando sono entrata dal cancello ti sei fermato. Stavi allegramente saltellando sulla pancia di quel cane così grosso. Mi hai guardato. Immobile. Poi sei corso da me. E hai voluto salire in braccio. Non ci siamo più lasciati. Viviamo occhi negli occhi. Tu sei il mio Amico, io la tua mammaduezampe. Sei il mio protettore. E tutto il mio cuore. Buon compleanno amore mio.

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…anche i cani di purissima razza, come te, hanno il diritto a trovare una mamma che li adotti… (questo è dedicato a chi mi ha rinfacciato l’alta genealogia di Rocco Beleno dicendo che potevo prendere un “bastardo” in canile)

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Grazie di Cuore a Claudia, Monica e Melania (che ha trovato Rocco grazie alla sua vet).

In loving memory of Alssandro Italo. Sempre con noi.

ARES NON TORNERA’: E’ STATO BARBARAMENTE UCCISO.

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ares mortoLa notizia è arrivata oggi poco prima delle 17 dal “Corriere dell’Umbria” a firma della collega Flavia Pagliochini. Molti l’hanno ripresa, tra cui assisi oggi, che fornisce interessanti particolari. Ares, lo staffy rapito da Perugia sabato scorso è stato trovato morto ad Assisi. Nel blog ne ho parlato, condividendo l’appello come richiesto dal mio amico Nicola Cibelli, patron della pagina”Pitbull is nota Crime”. Abbiamo discusso molto sui fatti, non capacitandoci che potesse essere accaduta una cosa simile, ma consapevoli che attorno al mondo molosso vi sono, ahimé, cose non sempre chiare e pulite. Non è una novità. Il crimine tocca tutti gli ambiti. Ho accettato volentieri di unirmi ai tanti che chiedevano notizia del piccolo. In primo luogo perché so quanto ogni peloso è importante per la famiglia. E in secondo perché “mammabulla” che da poco ha perso un cane e ne ha adottato un altro. Nicola mi ha spiegato di aver sentito Francesco, il babbo umano di Ares, e di stare facendo il possibile per riportare a casa il suo migliore amico. Purtroppo mentre parlavamo Ares moriva. Moriva a poca distanza dall’Eremo delle Carceri, sul monte Subasio, dove San Francesco, santo amico degli animali, meditava e pregava coi suoi fratelli. Leggo che Ares è morto di stenti, impiccato dal collare da cui cercava di liberarsi. Forse anche di fame, sete e caldo. Come un martire. Non è escluso che sia stato impiegato in un combattimento o per la riproduzione. I proprietari hanno denunciato i fatti alla Questura di Perugia, che si sta occupando del caso. A trovare il piccolo è stata la polizia locale del paese, che, consultato il cheap ha informato Francesco e famiglia. Ora, la legge farà il suo corso. Chissà se si risalirà agli assassini. Perché chi fa cose di questo genere è un assassino come chi ammazza una persona. Intanto, come spiega assisi oggi l’associazione animalista AIDAA ha deciso di mettere una taglia di 5.000 euro sulla testa dei responsabili del rapimento e della morte del cane. “Non sono in grado di dire quali siano le motivazioni di quanto accaduto- ci dice Lorenzo Croce presidente di AIDAA- ma appare evidente che un cane non si ruba in pieno centro città e poi lo si lascia legato a 35 chilometri di distanza lasciandolo morire soffocato se non vi sono delle motivazioni particolari che comunque non spetta a noi individuare. Posso dire che come AIDAA come in altri casi a noi interessa quanto successo al cane e che qualunque siano le motivazioni crediamo si debba arrivare all’individuazione ed alla cattura dei responsabili di questo orrore. Per questo mettiamo una taglia sulla testa di questi ladri ed assassini. Ciò non toglie che mi ponga delle domande su tutta la vicenda- conclude Croce- se dietro questa storia non ci sono motivi di sfregio religioso, il cane potrebbe essere stato rapito o per addestrarlo ai combattimenti o forse anche per la riproduzione”. La cronaca per ora finisce qui. Ci resta da chiederci come mai l’animo umano arrivi a tali aberrazioni. Piccolo Ares, ora sei sul ponte dell’arcobaleno. Immagino il mio Alessandro lì che ti accoglie con i tanti bulli morti giovani e ingiustamente. Insieme state già correndo e volgendo il vostro sguardo a noi padroni. Ci manchiamo reciprocamente. Voglio pensare che lui, Francesco, il santo degli animali, fosse lì con te, a stringerti la zampa e a sussurrarti una preghiera. Perché anche i molossi ne hanno diritto.

LUOGHI DEL CUORE: A SEQUALS C’E’ UN ALBERGO “BULLO – FRIENDLY”, SI CHIAMA AL BELVEDERE

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ginger dueDi Milla Prandelli – Il luoghi del cuore. Sono appena tornata da un weekend trascorso in Friuli Venezia Giulia. E non esito a fare una segnalazione importante. I luoghi e gli alberghi “Bullo –  friendly” esistono. Sono partita per tre giorni, a mio malincuore affidando il mio adorato staffy a nonno e nonna. Avevo da fare per vicissitudini varie e sola con lui non avrei potuto dedicarmi ad esse. Naturalmente sono partita consapevole di averlo messo in buonissime mani (le migliori) ma con un sottile filo di nostalgia. Meta del viaggio Sequals, in ginger unoprovincia di Pordenone con base all’hotel “Al Belvedere”. Una volta sul posto ad attendermi non ho trovato solo il sorriso della proprietaria Silva Delle Case, ma anche quello di Ginger, una meravigliosa staffolina di otto mesi, coetanea del mio Rocco Beleno e quasi sua perfetta sosia. Con loro c’era anche il resto della famiglia. (devo specificare che la piccola è addestrata e non entra in contatto con gli ospiti che non lo richiedano esplicitamente… io figuriamoci.. dopo un momento me l’ero presa per farci una fotografia) Bene. Mi sono detta. Un albergo dove vive una Amstaff libera (pur se addestrata alla perfezione e sempre in sicurezza a garanzia della clientela) è sicuramente un posto accogliente. E Silva, DSC_9817nomen omen, lo ha dimostrato. Vera e propria ninfa dei boschi (o forse fata dei prati), da anni gestisce l’albergo con il marito Stefano Scalco, eccellente chef. Non mancano nell’antica casa costruita anni fa dalla famiglia Odorico, l’orto dei fiori e delle erbe aromatiche, un grande giardino con piante ognuna speciale e con il suo proprio nome, la piscina, un grande ristorante e camere pulite, confortevoli e spaziose. Ma soprattutto qui i nostri pelosi sono assolutamente ben accetti. “Ginger è sempre socievole e se qui vive lei possono venirci tutti i molossi al mondo insieme ai loro umani” mi ha detto la proprietaria. Eccomi allora a consigliarvi una vacanza nelle Dolomiti Friulane, dove abbiamo un hotelDSC_9821 che ci alloggerà con estremo piacere e tanti sentieri e luoghi dove recarci con i pelosi. Mi raccomando, però, non dimenticate di dedicare almeno una mattina o un pomeriggio al relax a “sei zampe” al Belvedere. La ninfa Silva vi presenterà, come ha fatto con me, uno per uno, i suoi meravigliosi alberi. Ognuno ha un nome speciale, tra cui quelli delle persone a lei più care. Ce ne è persino uno che porta il suo. Un ciliegio da fiore che quando ha partorito la sua seconda figlia ha cominciato a produrre frutti. Agli ospiti Silva racconta le leggende degli alberi, li invita a toccali e ad ascoltarli. E GINGER 3persino a farsi coccolare. Delle erbe racconta la storia e le caratteristiche. Le fa toccare ed annusare, in un incredibile percorso alla scoperta di mente che sanno al cioccolato, di timi aromatizzati, del geranio odoroso e di innumerevoli tipi di spinacio. Solo per fare qualche nome. Nel suo orto delle meraviglie ci sono oltre cento specie. E tutte finiscono nel piatto. Perché il menù del ristorante è un vero e proprio bouquet, fatto di piatti dove le margherite si mischiano alle tagliatelle insieme ai fiori di elicriso, a profumate lavande e tanti altri fiori ed erbe. Ne sono rimasta davvero incantata.  E a rendere tutto più incredibile c’era la Ginger, che solo al permesso dei padroni mi avvicinava. Una cagnolina incredibile. Bella come il sole. E dolce come le persone che la stan crescendo. Dall’hotel “Al Belvedere”, che è sito in un palazzo antico dotato di cantina storica e che si trova nel paese che ha dato i natali all’indimenticato pugile Primo Carnera (poco distante si trova il museo a lui dedicato), tante sono le escursioni da fare coi nostri migliori amici. Vi consiglio di non perdere quella al Lago di Barcis, sito in Valcellina, dove potrete passeggiare attorno alle rive e lungo sentieri verdeggianti, molti dei quali davvero alla portata di tutti. Da non perdere è il “sentiero naturalistico del Dint”, che si DSC_9988fa tranquillamente anche a “sei zampe”. Rappresenta e illustra in modo completo le caratteristiche naturali della Riserva Valle del Cellina e comincia poco distante dal Centro visite della Riserva, lungo la strada che costeggia il lago artificiale, che vi stupirà coi suoi azzurri intensi e cangianti, dovuti al fondale in caolino,DSC_0005 un materiale che si trova anche nelle spiagge e sabbie dei mari tropicali. Lungo il sentiero del Dint troverete anche alcuni suggestivi punti di osservazione che vi consentiranno di vedere sia lo specchio d’acqua sia la diga che lo forma con il torrente Cellina, che scorre in una forra di grande bellezza. Imperdibile è anche la visita a Clauzzetto e alle Grotte Verdi di Pradis. Per arrivarci potete partire da DSC_0009Piedilungo lungo il sentiero Cai 821, seguendo un percorso che non solo vi porterà alla scoperta di un luogo di rara suggestione, ma che vi farà percorrere lo stesso tragitto fatto da molti dei soldati che parteciparono ai combattimenti del 1917.. Le cose da fare sono davvero tante. Io mi sono informata consultando il sito www.dolomitifriulane.info, che è ricco di suggerimenti che di certo troverete adatti a voi e ai vostri pelosi… Buona Bullovacanza! La prossima volta me lo porto il mio Rocky Boy.. altro che sabato e domenica coi nonni!

Albergo Al Belvedere

Via Odorico 54 –Sequals PD

www.albelvedere.it

0427.93016

 

RACCOMANDAZIONI

DATO CHE NOI MAMME E PAPABULLI NON CI FACCIAMO MAI RIPRENDERE MI RACCOMANDO AVERE SEMPRE AL SEGUITO:

GUINZAGLIO CORTO (- DI UN METRO E MEZZO)

MUSERUOLA

CONTENITORI PER PAPPA E ACQUA (…E PAPPA BUONA NATURALMENTE…)

PALETTA E SACCHETTI

SPRAY E STRACCI PER EVENTUALI PULIZIE

CUCCIA E COPERTINA X LA STANZA

NON LASCIAMO MAI I NOSTRI BULLI LIBERI SE NON NELLE AREE SGAMBATOIO

 

MA GIA’ LO SAPEVATE VERO???

CUCINA BULLA: DELIZIE DA MOLOSSI

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ImmagineUna cara amica (Ciao Fra, mamma bulla.. grazie per l’idea!) recentemente mi ha regalato dei biscotti che ha cucinato per il mio Amstaff Rocco Beleno e per la nostra cagnolina Franca Rachele.. Ecco che, pungolata da un presente tanto gradito,  ho cominciato a documentarmi su internet e a cercare ricette per creare “piatti da cani”. Normalmente Rocco Beleno e Franca mangiano crocchette che acquisto in negozi specializzati.. perchè, però, non creare qualcosa con le mie mani solo per loro? Ecco la mia prima ricetta: i biscotti di farina di riso e maizena aromatizzati al formaggio e cannella.

Gli ingredienti sono semplici: circa 150 gr di farina di riso e 100 di maizena, un pizzico di cannella e circa 50 gr di formaggio spalmabile light. E’ possibile aggiungere una punta di miele. Acqua per creare l’impasto. Il forno va a 180-200 gradi.

Dopo avere impastato il tutto ho creato delle palline piccole che poi ho schiacciato per creare dei dischetti.

Ho infornato e lasciato cuocere per venti minuti e poi raffreddare.

Risultato clamoroso. Il bullo è letteralmente impazzito di gioia (ma ha potuto mangiare solo dopo avere obbedito ai comandi: “seduto” e “piano”.. La cagnolina, che è una teppista mi ha quasi azzannato la mano!

Prossimamente sperimenterò per loro e voi altre ricette. E accetto consigli!! (ho già avuto l’ok della nostra amica veterinario dottoressa Lorella!)

Milla

biscotti 1

 

PACO: SALVATO DAI VETERINARI ACHILLE E ALE

ImmagineDi Milla Prandelli.
Stasera mie diletti amanti dei molossi ho una storia meravigliosa da raccontarvi. Oddio…. Meravigliosa non è perché parla di un cane che sta male. Ma racconta anche dei veterinari (i dottori del mio Ale e di Franca e Rocco Beleno) che lo han salvato. Uomini e donne che sono fantastici, cui io personalmente deVo tantissimo (non lo racconto ma lo sanno)…Lui, uno splendido Alano, si chiama Paco ed è il migliore amico della mia cara Silvia… che racconta come Achille, Alessandro e il resto del team del gabinetto veterinario lo han salvato…. Paco ha avuto una torsione dello PACO 2stomaco….”Guarda ieri ho chiamato Achille che conosciamo molto bene ed è il nostro veterinario- dice Silva- Achille che si è catapultato da noi in pochi minuti,subito ha capito già al telefono che paco era in torsione.. L’ ha operato d urgenza,gli ha fissato lo stomaco e grazie a Dio e a lui paco è qui con noi! Quello che so è il destino ci ha fatto arrivare a casa in tempo,e Achille gli ha salvato la vita! Se vuoi posso scrivere questo!”
Silvia racconta “Erano quasi le cinque ieri pomeriggio..siamo arrivati a casa e Paco non era lui..era fiacco e ci guardava dicendoci di aiutarlo..non capivamo..poi ci siamo guardati intorno e c era saliva tanta saliva ovunque..fuori,in casa,e anche un pochino di feci.. Premetto noi,abbiamo sempre saputo che all alano va fissato lo stomaco ma ancora non l avevamo fatto.. Niete,nella nostra ignoranza non sapevamo che la torsione provocasse saliva..il mio compagno la accompagnato ha fare una passeggiata,perché credevamo avesse mangiato magari i pinetti o qualcosa di strano e quindi che volesse mangiare dell’ erba fresca per curarsi..invece dopo qualche metro si è accasciato a terra..e li,il panico..riportato a casa e noi siamo a Castrezzato ancora per poco,e Achille ad un chilometro da noi..abbiamo chiamato l ambulatorio pensando ad un avvelenamento o che ne so io,chiedendo di aiutarci..Achille non c era ma la ragazza (l’assistente che ha aiutato anche me con Ale) aveva già capito! E ha pronunciato la parola torsione…..io li non ho po’ capito nulla! Tutti quelli che ho sentito che avevano un alano erano morti per la torsione…. Subito mi ha chiamato Achille che aveva già curato Paco altre volte,lui si è catapultato con lei da noi e ci ha detto che lo avrebbe operato d urgenza……e che la cosa era grave… Noi eravamo PACO 1disperati…anche se sapevamo che era in ottime mani…le migliori per Paco ( e io che ho Achille e Alessandro doc Mazzotti come medici lo so).. Eravamo inchiodati al telefono..ci ha lasciato andare dicendoci che ci chiamava lui.. Eravamo disperati… E dopo due ore..alle 19.30 Ci ha chiamato: l intervento è andato bene! E noi siamo rinati una seconda volta! Ce l ha riportato oggi,sta bene ma intontito…la milza è ancora gonfia e quindi venerdi farà un eco per vedere com è,perché in teoria dovrebbe sgonfiarsi subito… Ma il peggio credo sia passato…ora dara una cura di antibiotici e antidolirifici… Per noi era come avere un figlio in ospedale!!!!! Grazie a qualcuno lassù ed ad Achille noi abbiamo di nuovo il nostro Paco”…..La mia amica è titolare di un negozio che si occupa di animali “Come sai cara,per me gli animali sono persone,ci ho fatto un attività e con loro vivo ogni giorno.- dice – ogni animale, ma specie Paco… È la mia vita!Achille li salva e io voglio che si sappia che lui eil suo team sono meravigliosi! ora noi andiamo tutti a nanna”..

QUALCUNO HA CERCATO DI UCCIDERE SIRIUS, MA LUI CE L’HA FATTA. ALLARME AVVELENAMENTI NEL BRESCIANO

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ImmagineA Brescia è allarme “bocconi avvelenati” e non solo, perché sono molti coloro che attentano alla vita del migliore amico dell’uomo in modi diversi e spesso fantasiosi. Nell’ultimo periodo sono una quarantina i cani morti o che si sono sentiti male dopo avere ingerito esche avvelenate oppure oggetti. Le aree colpite sono varie: la zona di Gussago, la Valtrompia e la bassa bresciana, da dove arriva la segnalazione di un episodio inquietante. “Qualcuno ha cercato di uccidere il mio Sirius, un doberman di diciotto mesi- racconta Fabrizio Stoppani, di Corticelle di Dello- ora sto ponderando di rivolgermi ai carabinieri per una denuncia contro ignoti”. Sirius, che è figlio di due campioni del mondo e che partecipa a concorsi e gare con ottimi risultati, ora sta malissimo. Si è salvato solo grazie alla sollecitudine del suo padrone e dei veterinari Ernesto e Gloria Malanca di Manerbio. “Mi sono accorto immediatamente che Sirius non stava bene- dice il proprietario- se ne stava rannicchiato e non si muoveva. L’ho portato dal veterinario. Aveva dolori lancinanti”. Dopo diversi esami e tentativi il medico ha scoperto che aveva un oggetto in pancia. Lo ha operato e ci ha trovato un guanto di lana, che probabilmente conteneva della carne. “Qualcuno lo ha lanciato appositamente nel mio giardino- dice Stoppani- ci mettono la carne per farsi che l’animale lo inghiotta. Questo causa loro sofferenze atroci. Ancora poco e Sirius sarebbe morto”. Stoppani non si capacità del perché qualcuno abbia voluto fare del male a Sirius,che vive in un giardino recintato. “Ora ho messo sulle recinzioni e nel cortile 11 telecamere che mi consentiranno di vedere tutto quello che accade- sottolinea il proprietario- nessuno deve fare male agli animali, specie ai doberman di cui tanti parlano male inopportunamente. Forse qualcuno si è sentito spaventato, ma io non ho mai imposto i miei animali a nessuno”.  Ad assistere Sirius e il suo padrone, oltre ai veterinari e al resto della famiglia è stata Catia Gatto, vice presidente nazionale di Aidaa.

 

(il Dobermann nella foto non è Sirius. Il cucciolotto si sta riprendendo e per ora non si può fotografare)

 

A MONTICHIARI CORSO DI PRIMO SOCCORSO PER CANI E GATTI

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kit-pronto-soccorso-caneIl Partito Protezione Animali, in collaborazione con la clinica veterinaria del dottor Paolo Rosi, l’ambulatorio veterinario del dottor Davide Perini, l’associazione culturale Diritto alla vita, organizza a Montichiari il 1° corso di primo soccorso del cane e del Gatto.

Il corso è rivolto a tutti i possessori di animali domestici che desiderano conoscere il corretto sistema di alimentazione del proprio amico a 4 zampe oltre a saper individuare i primi sintomi delle più frequenti patologie e riconoscere facilmente casi di avvelenamento.

Il corso si terrà il giorno 21 Febbraio 2014 con inizio alle ore 20.00 e termine alle ore 22.30 presso la fondazione casa serena in via Badazzole nr. 29 a Montichiari (Bs).

La partecipazione al corso è totalmente gratuita, qualsiasi offerta spontanea sarà devoluta al canile di Calcinatello.

Al termine dell’incontro verrà offerto un piccolo rinfresco a tutti i partecipanti.

Richiesta di partecipazione entro il 10 Febbraio 2014 (50 posti disponibili)

Per informazioni e prenotazioni:
Tel 030/5236890 oppure info@partitoprotezioneanimali.it

IL PITBULL PINO E’ STATO ATTACCATO DA UN METICCIO MA NON HA REAGITO. GUARISCI PRESTO TESORO

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ImageIl mio amico Pino, uno dei bulli conosciuti grazie a “Pitbull & Amstaff Diaries” il giorno di Natale è stato attaccato da un meticcio di grossa taglia. Ed è stato ferito. E nonostante sia un American Pitbull Terrier non ha reagito. Le liti tra cani capitano, naturalmente. E non se ne voglia a nessuno. Però anche questo episodio ci racconta che quello che la gente pensa dei molossi, in generale, è sbagliato. Perché Pino, nonostante i morsi, i ringhi e il fare minaccioso dell’altro cane non ha mosso una zampa.

Leggiamo il racconto della Sua umana, Angela Barbara.

pinoEra il giorno di Natale e come sempre sono uscita con Pino al guinzaglio per portarlo a spasso. Nel codominio tutti lo conoscono e gli vogliono bene, lo coccolano e ci giocano. Il cane del mio vicino, un signore arrivato da poco che ha spiegato che il suo migliore amico purtroppo ha problemi relazionali coi suoi simili maschi e femmine, è uscito dalla porta ed ha attaccato prima Pino e poi me, non so per quale motivo – dice Angela Barbara- purtroppo al pronto soccorso veterinario hanno dovuto mettere i punti alla coda di Pino. La ferita è profonda e il mio piccolo ha rischiato di perderne mezza. Ora è sottoposto a cura antibiotica. Stiamo a vedere. Sembra reagire bene, ma ha 12 anni ed è sofferente degli acciacchi tipici dei “vecchietti”, lo curiamo da tempo, questa non ci voleva”.

Angela Barbara non ce l’ha assolutamente con l’altro cane e con i suoi proprietari, ma vuole sottolineare che se Pino avesse reagito si sarebbe preso la colpa proprio in quanto Pitbull

Pochi adottano bulli per paura che sono pericolosi – dice Angela Barbara-  io dico la mia. Pino è un pitbull ed e stato attaccato da un meticcio taglia grande e non a reagito. Non lo ha nemmeno guardato. Ha avuto più autocontrollo di me, che ero terrorizzata. Tenevo l altro cane e lui era li fermo. Quando le ho spiegato non ci credeva nemmeno la veterinaria. Ha detto “strano ma é un pitbull?” Tutte dicerie di gente che non conosce la razza e cosi i canili si riempiono e pochi vengono adottati. Questa  ennesima esperienza mi ha fatto capire quanto sono grandi sti bulli”!

Dai Pino, cerca di guarire presto!!! Ti vogliamo bene!

MISSIONE “CONSEGNA COPERTE” AL CANILE RIFUGIO DI BRESCIA

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ImageNon è mai facile fare visita a un canile. Stimo i volontari che ci lavorano e che ogni santo giorno si occupano del benessere di tanti pelosetti senza famiglia. Però, molto spesso, evito di andarci di persona (cosa che invece, anche se non senza sforzo, ho fatto oggi, n.d.m.). Perché, personalmente, mi fa troppo male. Due mesi e mezzo fa il mio Alessandro, adorabile e adorato American Pitbull Terrier, è salito sull’arcolbeno. Inizialmente non riuscivo nemmeno a mangiare e respirare mi costava una maledetta fatica. Poi delle meravigliose volontarie mi hanno regalato Rocco Beleno, il mio Amstaff, che come tanti i molossi ha una storia dura e crudele. Questo mi ha dato la forza di reagire. Ma non solo. Perché in me canile 10è nato il desiderio di comunicare al mondo quanto i molossi siano cani eccezionali. E allora ho creato Pitbull & Amstaff Diaries, che mi ha regalato tanti amici che come me amano questi meravigliosi quattro zampe. Non è però stato abbastanza. Perché il mio angelo Alessandro, dall’arcobaleno, mi ha chiesto di più, complice con la mia meravigliosa amica Sara Balsamo. “I pelosi del canile gestito dall’Associazione SOS Randagi” di Brescia, il “Canile Rifugio di Brescia”, che è anche il canile sanitario della provincia, hanno bisogno di coperte, perché fa tanto freddo”, mi hanno suggerito Sara e Ale. Anzi…. Ale ha canile trechiesto a Sara di farlo per lui, perché dal cielo non può parlare direttamente con me… ( ,-(((( ). Ecco allora l’idea di chiedere a voi amici di mandarmi delle coperte in pile (quelle in lana possono essere pericolose perché a volte i cagnolini se le mangiano). Nel frattempo Sara ha cominciato a mettere in allerta anche ai suoi amici e conoscenti. Ed è nato uno staff meraviglioso, fatto oltre che da noi due dalla sua dolce mamma, Bianca Balsamo, Paolo Coppini, Adriana Coppini, e Chiara Pia col suo fidanzato . Per ora siamo solo all’inizio. Però siamo già riusciti a raccogliere una cinquantina di coperte in pile, una decina in lana (che abbiamo donato ai “City Angels di Brescia per i senza-tetto), un paio di canile 4grandi sacchi di cibo e tanti biscottini. Personalmente devo ringraziare con tutto il cuore voi lettori del blog e della pagina face, Corrado D’Altocolle, Barbara Angela Perego e Pino, Francesca Mombelli, Giorgio Vanzani e Claudia Ferrari, oltre che gli altri membri dello “staff a due zampe”. Sara invece ringrazia Elisabetta Agnelli e Melissa Dotti con le altre amiche donatrici. Il pomeriggio è stato emozionante, a dire poco. Specie per me e Sara. La mia amica, che da anni si prodiga per i cani abbandonati ed è legatissima a Bianca, che gestisce i volontari, per la prima volta è entrata nella struttura. Per lei, che leggendo mi maledirà perché è una cosa personale, vedere tutti i circa 100 ospiti del Rifugio è stato un vero e proprio colpo al cuore. Anche per me. Ci siamo prese la mano e siamo andate a salutarli. Ed abbiamo pianto insieme, come sorelle. Loro erano tutti bellissimi. Credetemi.. Chi perché vecchietto e canile 7“comodo come una pantofola”, desideroso solo di dare coccole, chi perché giovane e scintillante, pronto a donarsi completamente ai suoi umani, chi perché di altissimo lignaggio e nonostante ciò chiuso in un box, chi perché con gli occhi chiedeva: “portami con te”. Nel canile di Brescia ci sono anche dei molossi. E voi sapete che vorrei prenderli tutti in casa mia, anche se non è possibile. Sono cani da gestire con attenzione, dedizione e tempo. E Rocco e Franchina già mi impegnano tanto. Desidero però presentarveli, perché hanno tanto bisogno di una famiglia.

canile 11Bianca e gli altri volontari mi hanno spiegato che “i molossi sono tra i cani più difficilmente affidabili. In genere vengono chiesti da giovani impreparati a crescerli o peggio ancora da persone con “secondi fini”. Loro invece hanno bisogno di umani cui donare tutto l’affetto che hanno dentro”. E credetemi, è tantissimo.

1Cominciamo con Jago. Jago ha cinque anni circa ed è un mix Dogo Argentino-Pitbull. È davvero molto bello. Però si autolesiona ed è magrissimo, nonostante i volontari lo sfamino almeno due volte al giorno, con cibo di prima scelta. Vedete, Jago era un figlio adottivo di una coppia di giovani che lo ha lasciato per motivi che non mi hanno spiegato. Quando è arrivato era un cane bellissimo. Ora è scheletrico e ha tutto il muso ferito. Non voglio dirvi che vorrei che chi lo abbandonato vedesse come lo ha ridotto. Ma lo faccio ugualmente. Guardate cosa avete fatto. Ma naturalmente non sta a noi giudicare i motivi di una scelta cosi drastica. Fatto sta che Jago ha bisogno di noi e soprattutto di una famiglia.

2Poi c’è il bellissimo Elliott, che ha  tra tre e cinque anni. Lui ha un carattere equilibrato e fisicamente sta bene. Però è un “saltatore”, quindi gli serve una famiglia che abbia un giardino con recinzioni alte. È un giocherellone e adora correre e, come vi ho detto, saltare e arrampicarsi. Pare sia bravissimo a salire sulle piante e a scavalcare recinzioni. Quindi con lui ci vorranno pazienza e tanta tanta attenzione.

3Infine c’è Lui.. Lui che assomiglia tanto al mio Ale e che ancora non ha un nome, perché in canile è arrivato da poco. Ha circa sette mesi ed è strepitosamente bello. È un pitbull di pura razza che i volontari hanno trovato per strada. Non ha il microcheap. È di una delicatezza e dolcezza assolute. Mi ha baciato subito, sia quando i nostri sguardi si sono incrociati quando lui era in gabbia sia quando siamo andati nello spazio “sgamabatoio”. Ha voluto tante tante coccole. Si è fatto abbracciare, grattare e sbaciucchiare. Ha il pelo bellissimo e morbido.

Tutti e tre verranno affidati come “figli unici”.

Potrete trovare ulteriori informazioni su di loro ma anche sugli altri ospiti della struttura all’indirizzo internet: http://www.canilerifugiobrescia.it/

I volontari naturalmente effettueranno controlli pre e post affido.

Una piccola nota personale: a Bianca e ai suoi volontari vanno i miei complimenti, cui si uniscono fli altri “duezampe” con cui collaboro. Gli animali sono tenuti bene, i box puliti e si vedono dedizione e affetto per ognuno di loro.

Ma non basta. Servono famiglie e adozioni. Anche del cuore

Per quanto riguarda la raccolta di coperte e cibo il nostro staff continuerà. Potete inviarmi un messaggio in privato qui su facebook.

Grazie a tutti e buone Feste

Milla Prandelli

Curatrice di Pitbull & Amstaff Diaries

In memoria di Alessandro, indimenticato e indimenticabile America Pitbull Terrier

Dal sito del Canile Rifugio di Brescia

L’associazione S.O.S RANDAGI fondata nell’Ottobre 2000 si avvale della collaborazione di volontari, persone che con il loro impegno danno vita ad una struttura che ha come obiettivo primario l’affido coscienzioso dei cani abbandonati. L’associazione non ha scopi di lucro. Dal 1 Maggio 2001 all’11 dicembre 2011 (giorno del trasferimenti dei cani presso la nuova struttura ubicata in Brescia via Girelli 6) l’associazione S.O.S. Randagi ha svolto il suo lavoro presso la struttura ubicata in Orzinuovi (S.O.S. Randagi è conosciuta anche come Canile di Orzinuovi)

L’Associazione si impegna sempre di più a fare campagne di sensibilizzazione ed informazione nei confronti della popolazione, attraverso annunci ed articoli su quotidiani e con punti propagandistici (banchetti) presenti sul territorio della provincia di Brescia. I cani dell’Associazione S.O.S. Randagi hanno bisogno di una nuova casa. Certo, l’ideale sarebbe per tutti loro una casa vera, con una famiglia umana , che li coccoli e c li curi, facendo dimenticare la malinconia del canile, ma loro non sono solo cuccioli, non sono tutti belli e a volte non sono neanche molto simpatici. MA SONO VIVI e hanno bisogno di un posto adeguato dove stare, un posto confortevole, con una cuccia calda, con tanta bella erbetta su cui correre, con spazi più ampi, con box più nuovi, con strutture più idonee al loro benessere.

Per questo motivo il vecchio canile non era più idoneo e non rispettava più le nuove normative vigenti che sono regolate dalla legge regionale in merito al randagismo.

Pertanto il Comune di Brescia il 6 ottobre 2010 ci ha assegnato un’area, grande con un bellissimo prato verde dove far tante corse e tanti giochi. Il 18 luglio 2011 sono partiti i lavori per realizzare il nuovo progetto con l’obiettivo di realizzare una struttura che possa essere definita PARCO CANILE, che abbia lo scopo di rispettare non solo normative igieniche e sanitarie ma bensì di ridare ad ogni ospite la propria identità rispettando la razza, l’età, e la naturale predisposizione naturale di ogni soggetto. Il nostro obiettivo primario è affidare i cani, cercando di trovare per ognuno la giusta collocazione.

I nuovi box realizzati sono grandi ed idonei per una buona permanenza, la struttura è dotata di un ambulatorio e di box di degenza.

Purtroppo per far qualsiasi cosa ci vogliono i soldi e l’associazione per raggiungere parte dell’obiettivo ha dovuto accollarsi un prestito bancario, ma cogliamo anche l’occasione per ringrazire tutte quelle persone che hanno creduto in noi, sostenendoci con donazioni o aiutandoci con la vendita dei nostri calendari, libri, coperte ecc.

Per essere completo il nuovo canile ha bisogno ancora dell’ aiuto di tutti ( mancano ancora 18 box , il gattile e la recinzione per l’area di sgambamento) Vi invitiamo a visitare la nuova struttura e ad aiutarci nella realizzazione delle nuove iniziative che durante l’anno metteremo in atto al fine di vedere un canile finalmente terminato.

http://www.canilerifugiobrescia.it/

via Girelli 6 – Brescia

SERGENTE STUBBY: STORIA DI UN CANE MILITARE EROE

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stubby 4Questa storia del mio blog racconta di uno dei Bulli più conosciuti della storia. Un cane soldato. Mi piacciono particolarmente e trovo particolarmente toccanti le storie dei cani soldato. Un po’, come ho già raccontato, perché ho avuto modo di conoscere alcuni di loro in Afghanistan al seguito delle Forze Armate Italiane, un po’ perché sono eroi davvero “puri”. La Guerra, si sa, è una cosa terribile. Non aprirò qui un capitolo né una discussione sul perché e sul significato dei conflitti di ieri e di oggi. Tanto è. E ad altri rimando certe considerazioni. I cani che seguono i loro conduttori in battaglia, semplicemente, fanno ciò che chiede il loro migliore amico, la persona per cui darebbero tutto. Anche la vita. E lo fanno sempre al meglio. Senza alcun timore per se stessi. Ciò che conta è il sorriso del loro “umano”. Grandi questi “Team a Seizampe”. (Non nasconderò ad ogni modo la mia grandissima stima e l’amore che nutro per le nostre Forze Armate e per ognuno dei loro componenti, che per me sono tutti eroi). Bene, il stubby 5sergente Stubby, sergente perché è stato decorato per meriti proprio come accade ai militari a “duezampe”, è stato il primo cane eroe dell’Esercito Americano. Ed era un American Pitbull Terrier (qualcuno dice fosse un incrocio tra un Pitt e Boston Terrier, ma per noi poco conta vero? Sempre Bullo è…) . Era il 1917 quando fu trovato da quello che poi è diventato il suo compagno di vita, il soldato John Robert Conroy, che allora si stava addestrando per raggiungere i compagni sul fronte della Prima Grande Guerra. Con lui, tempo dopo, Stubby andò in Europa. In prima linea. Quando incontrò il suo padrone nei giardini dell’università di Yale era piccino. Era bianco a chiazze marroni e aveva la coda tagliata. John Robert Conroy lo chiamò Stubby che significa “Mozzicone”, da “stubbed tail” (coda mozza, n.d.M.).Sin dai primi giorni di permanenza al campo di addestramento Stubby si dimostrò intrepido ma nello stesso tempo obbediente e capace di sopportare il rigore e le usanze della vita militare. Quando i suoi compagni facevano il saluto lui portava la zampa destra sull’arcata sopraccigliare. Aveva l’Esercito nel sangue insomma il cucciolotto. Fu facile e naturale per il comandante di John Robert Conroy acconsentire all’”Arruolamento” del Bullo nonostante le leggi prevedessero che gli animali fossero esclusi dalle attività addestrative. Il cane, però, non avrebbe potuto seguire il suo padrone in guerra, questa era la regola. Dura lex sd lex. E invece No. Conroy non riuscì a lasciarlo e lo portò clandestinamente fino a Newport in Virginia e poi sulla nave che stubby 1lo avrebbe condotto oltreoceano. In navigazione il bullo si fece amare da tutti, tanto che un soldato amico di John Robert Conroy gli confezionò delle mostrine come quelle usate dai soldati per identificarsi. Una volta approdati Stubby fu nuovamente nascosto e riuscì a raggiungere la terraferma. Il nuovo comandante del suo umano, dopo averlo scoperto e dopo averne conosciuto la storia acconsentì a tenerlo come mascotte. Serviva qualcuno, in questo caso il migliore amico dell’uomo, che tenesse alto il morale alle truppe. Conroy, che faceva parte di una sottodivisione della 26th Yankee Division, puntò con i suoi verso il fronte francese. A quel punto Stubby divenne un soldato effettivo dell’Esercito Americano. Gli fu assegnato il ruolo di membro del 102mo Reparto di Fanteria. Insieme a John Robert Conroy raggiunse la prima linea. Era il cinque febbraio del 1918. Da allora, per molti mesi Stubby visse gli stessi pericoli che affrontavano i suoi compafni. Le condizioni atmosferiche erano difficili e la zona poco salubre. Stubby però era sempre fiero e orgoglioso. Superò indenne battaglie e scontri, evitando i colpi di fucile e cannone. Non mancava di consolare i feriti e di fermarsi vicino ai caduti in segno di rispetto. Il cucciolotto, ormai aveva circa un anno e mezzo, fu ferito durante un attacco con il gas. Questo non lo fermò, anzi ne migliorò le percezioni. Fu lui che salvò i compagni durante un’altra incursione dei tedeschi. Gli uomini dormivano e non si sarebbero svegliati se Stubby non avesse cominciato ad abbaiare, a mordere stivali e strattonare persone per allertare le persone che amava. Grazie a lui molti si salvarono. In seguito divenne bravissimo a soccorrere i feriti nella cosiddetta “terra di nessuno”, ovvero il terreno che si trovava tra le trincee degli alleati e quelle delle truppe germaniche. Il suo udito fine lo stubby 2aiutava a trovare le persone che si lamentavano nella lingua che lui conosceva: l’inglese. Allora abbaiava, un po’ come fanno oggi i cani specializzati nella ricerca dei dispersi. Una volta il nostro eroe peloso riuscì persino a intercettare una spia tedesca arrivata vicinissima al campo dei suoi “colleghi”. Non riconoscendone l’idioma iniziò ad abbaiare e poi la inseguì, catturandola. Credo non senza qualche morso. Per questo motivo il comandante lo nominò sergente. È stato il primo Bullo di tutti i tempi ad ottenere il grado. Dopo avere ricevuto l’importante riconoscimento il nostro eroico quattro zampe fu ferito per la seconda volta. Questa volta gravemente. Dovette essere operato perché una pioggia di schegge di granata lo colpì all’addome e a una zampa. Stubby guarì e passò il suo tempo presso l’ospedale della Croce Rossa visitando i feriti e facendo amicizia con le crocerossine. Tornò in prima linea, sempre accanto al “suo” soldato Conroy. Quando torno in patria, dopo avere partecipato a ben 17 battaglie, fu premiato con tante medaglie tra cui quella d’Oro della Humane Education Society che gli fu assegnata da John J. Pershin, capo delle Forze Armate statunitensi. Incontrò anche il presidente Wilson, che salutò alzando la zampa, come faceva con gli altri militari. La carriera di Stubby, anzi del Sergente Stubby, non terminò con il riposo militare. Vinse pure un concorso di bellezza e divenne membro dell’American Legion e membro onorario della Ymca. Alla Casa Bianca incontrò altri due presidenti:Harding e Coolidge.
Stubby è salito sull’arcobaleno il 16 marzo del 1926. Vicino a lui c’era l’adorato soldato Robert John Conroy.
Mi piace pensare che oggi sia in cielo insieme ai nostri Bulli che non ci sono più. Spero abbia incontrato il mio Alessandro.
Questa storia è dedicata alla mia amica Luisa Alfano, al suo figlio “cagnaro” Giovanni Zannoni e a Obi.

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(ho reperito le informazioni sul Sergente Stubby su vari siti tra cui http://gecoweb.altervista.org/riflex16.htm, http://www.isabelgiustiniani.com/2013/07/il-sergente-stubby.html e http://en.wikipedia.org/wiki/Sergeant_Stubby)