Questa è la storia di Diego. Di Achille. Di Mia. Di Neve. E della loro meravigliosa famiglia. Loro sono un grande e dolcissimo “Team a 14 e piùzampe”.L’eroe della storia, come sempre, è il bullo, Achille. Loro sono i miei diletti, ormai lo sapete. Però lasciatemelo dire… il “Duezampe” di questa sera mi piace davvero tantissimo, perché per gli animali lui ci mette davvero tutto il cuore. E tempo. E anche tanti soldini, anche se forse questo non vorrebbe che lo dicessi. Cominciamo con il Bullo, l’ultimo arrivato nella casa di Diego, dove credo si respiri davvero tanta felicità, se si contano gli animali di proprietà e quelli in stallo che di tanto in tanto passano da La Spezia, dove il nostro “Duezampe” vive con i suoi cari. La storia di Achille è di quelle che strappano il cuore. Un po’ come tante di quelle che riguardano i molossi, che troppo spesso sono vessati e finiscono in cattive mani. Di fatto non è mai il cane ad essere cattivo. Ma può trovare un pessimo padrone. E il padrone di Achille, che non definisco per nulla un “Duezampe” ma solo un “pessimo”, era decisamente tra i peggiori che il piccolo potesse trovare. “Due anni fa mi avvisarono che un cucciolo di pitbull era per le mani di un tale (Diego nell’intervista l’ha definito un cretino, lascio a voi giudicare) che veniva in palestra dove andavo io. Uno tutto “pesi e sballo”, senza fisso lavoro. Un facilone, insomma, che non lo portava spesso li. Ma se ne vantava. Quando il piccolo aveva quattro mesi circa arrivò in palestra con la zampina steccata. Il tizio disse che se la era lussata in casa da solo. Purtroppo non lo incontravo spesso, quindi per un po’ non seppi nulla del bullo. Passarono alcuni mesi- racconta Diego- tre per l’ esattezza. Non avendo notizie decisi di chiamare il padrone di quello che poi è diventato il mio Achille. Qualcuno, difatti, mi aveva rivelato che il piccolo era parecchio magro, non usciva mai ed era rimasto zoppo”. Diego, che prima di Achille aveva adottato Neve e Mia, non è riuscito a stare con le mani in mano. Decise che doveva salvarlo. “Lui, senza fare tante storie e senza alcun rimpianto accettò di darlo a me –continua l’umano di Achille- Non aveva lavoro e certo i soldi li usava per altro. Gli dava da mangiare solo di tanto e lo lasciava chiuso in casa 12-15 ore al giorno, da solo. Ovviamente essendo cucciolo Achille era un “piccolo distruttore” (e noi mamme e papà umani dei bulli sappiamo QUANTO da cuccioli siano distruttori) e faceva i bisogni ovunque. Il proprietario, l’ho scoperto dopo, arrivava spesso a casa ubriaco e lo picchiava, anche molto violentemente. Feci appena in tempo a portarlo via. Dopo due giorni mi chiamarono i carabinieri perché quel tizio era stato denunciato per violenza sul piccolo. Erano stati i vicini ad avvisare le forze dell’ordine perchè lo sentivano piangere disperatamente anche la notte” Da qui in poi la storia, pur nelle sue difficoltà, diventa un percorso di salvezza e di gioia, che ha coinvolto tutta la famiglia di Diego, cagnoline comprese. “Lo portai via a casa con me promettendogli che l’avrei curato e sistemato in un’ottima famiglia – continua Diego- Dopo pochi Achille giorni prese la gastroenterite. Non era mai stato vaccinato. Fu una settimana assurda. Vomitava e aveva la diarrea mista a sangue. Era ridotto pelle e ossa. Intanto tutti noi ci innamorammo di lui, così indifeso, così martoriato eppure così dolce. Neve e Mia ci giocavano e non avevano problemi con lui. Lo hanno subito adottato, come si fa con un piccino solo e abbandonato. Pure mio padre perse la testa per lui. Dopo alcuni giorni vedendolo rischiare la vita mi disse: “se si salva lo operiamo alla zampina e lo teniamo con noi”. Così è stato, grazie a dei veterinari meravigliosi: Perla Lucchini e Carlo Andreoni. Due medici di assoluta umanità e di gran cuore, che lo hanno salvato e rimesso in sesto. “Trascorsi tre mesi abbiamo fatto alcuni esami. Achille aveva la testa del femore sbriciolata probabilmente a causa di un violentissimo calcio preso all’età di 4 mesi- continua Diego- Io penso che infierire su un cucciolo innocente sia come picchiare un bimbo. Un atto da infami. Grazie alla perizia dei veterinari, alle coccole e all’amore, dopo otto settimane Achille riprese a camminare. Ora trotterella con quattro zampe, si muove bene e per correre ne usa solo tre, ma è lo stesso molto veloce” Achille è stato di insegnamento per il suo “Duezampe”. “Con lui ho imparato tanto- sottolinea Diego- questa razza, che tanti dicono essere difficile, è invece unica. Achille sa riconoscere chi gli vuole bene, rispetta chi lo ha aiutato mentre stava male ed ora è un vero spettacolo ….Tutta la mia famiglia lo ama e coccola ha perso la socializzazione purtroppo sono arrivato tardi e con gli altri cani ho qualche problema ma non ha mai fatto male a nessuno e con le persone è un continuo leccare e fare feste”. Diego e i suoi non hanno avuto alcun problema a inserire il bullo nel “branco di casa”. Si è subito affezionato a Neve e Mia,arrivate anche loro, dopo momenti per loro difficili. “Fino all’età di 30 anni io non ho mai avuto cani. Ho però avuto una micia per 17 anni che, ironia della sorte, è morta pochi giorni dopo l’arrivo di Achille. La prima ad arrivare in casa è stata Neve. Aveva tre mesi quando la incontrai su una spiaggia a Marina di Massa- sottolinea il “Duzampe” ligure- Erano i primi di febbraio e lei era con un signore che l’aveva trovata in una piazzola autostradale verso Bergamo. Lui non poteva tenerla, era una palla di pelo bianco dolcissima. Decisi di prenderla. Poi venne Mia, un pastore australiano trovata grazie a un’amica”. Quando ti innamori dei cani non ti fermi più. E Diego da felice umano di Achille, Neve e Mia, è diventato un volontario. “Dopo queste esperienze circa due anni fa ho iniziato a non essere più indifferente verso i nostri migliori amici (così dice lui ma io credo abbia iniziato quel giorno in cui trovò Neve sulla spiaggia –n.d.M.) Ho preso a frequentare canili dove portavo coperte e cibo- continua Diego- Un anno fa è arrivata la richiesta di aiuto per dei cani in un canile sopra a una montagna. Erano immersi nella neve, dove nessuno andava: mi sono organizzato e ne sono andato a prendere quattro e grazie al rifugio di “Sos Randagi” sono entrato completamente in questo mondo andando andavo a pulire i recinti, a sfamare gli animali e a farli passeggiare”. Purtroppo il rifugio di “Sos Randagi” a settembre è stato chiuso. Ora Diego collabora con alcune ragazze che salvano cani delle perreras ( canili lager) spagnole. Ma non solo. “Ad agosto ho visto un video girato in Ucraina dove hanno massacrato dei randagi e solo una è sopravvissuta: la Susy. Sono riuscito a farla adottare- spiega – in questo caso ringrazio Andrea Cisternino. Collaboro anche con dei volontari del sud Italia e organizzo staffette per portare pelosi al nord, dove possono essere adottati”-Attualmente Diego e la sua famiglia stanno ospitando Cristiano, un pitbull che cerca casa.”Consiglio a tutti di prendere un cane e specie un bullo- conclude il nostro grande “Duezampe”- perché no sono ottimi compagni di vita, sanno darti tanto senza voler niente in cambio. Solo affetto incondizionato”
Milla Prandelli